Il Corriere della Sera ha pubblicato, con nostro grande piacere, la nostra lettera aperta in relazione ai gravi fatti di razzismo avvenuti allo stadio di Udine ai danni del portiere del Milan Mike Maignan e mette in evidenza la splendida esperienza di questi ultimi mesi della “partita applaudita” che nasce come speranza di un calcio migliore che tolga per sempre il seme del razzismo e della violenza negli stadi.
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Caro Mike Maignan, ti scrivo questa lettera aperta per raccontarti una bella storia di calcio giovanile che sta prendendo forma qui in Toscana. Ti scrivo perché ho saputo delle offese razziste che alcuni tifosi avversari ti hanno rivolto durante la tua ultima partita a difesa della porta del Milan. E ho saputo anche della tua scelta coraggiosa di smettere di giocare finché quei tifosi incivili non si fossero zittiti. E infine ho letto la tua dichiarazione in cui ribadisci la gravità di quanto accaduto e ti affidi alla responsabilità di tutti affinché questi episodi bestiali di tifo-contro trovino sempre meno terreno fertile.
Ho letto anche diverse interviste che i maggiori giornali italiani hanno realizzato per registrare il parere di vari esperti riguardo l’episodio di cui sei stato vittima. Mi ha colpito negativamente la miopia di tutte queste analisi, che esprimono sì una sacrosanta indignazione per questo tifo-contro a sfondo razzista che hai subito a Udine sabato sera, ma che non riescono a toccare altri tasti in aggiunta a quello della repressione: “Fuori dagli stadi i tifosi razzisti!”. Sì, certo, una punizione serve. Ma i daspo non bastano. Lo strumento più necessario per combattere gli eccessi del tifo-contro è, almeno a mio parere, la costruzione di esempi positivi. Ed eccomi, per l’appunto, al racconto della bella storia toscana di calcio giovanile che secondo me, caro Mike, ti piacerà un sacco. L’hanno chiamata “la partita applaudita”: è una serie di tornei che, iniziati proprio nelle scorse settimane, un gruppo di squadre toscane di calcio sta proponendo ai propri tesserati di 8-9 anni. In questo inizio gennaio le partite applaudite sono andate in scena sui campi di calcio a 7 di Empoli, San Piero a Sieve e Fiesole; e altri tornei con le stesse regole di tifo presto seguiranno, visto il grande successo già incontrato tra baby-calciatori e genitori scesi in campo con questa modalità. Ma in cosa consiste in pratica la partita applaudita? Beh, lo dice la parola stessa. E’ una partita in cui tutti i tifosi sono obbligati a usare l’applauso come unica forma di partecipazione a bordo campo. Applausi di gioia per il gol segnato dalla propria squadra del cuore, applausi di incoraggiamento in seguito a una giocata sbagliata, applausi di sportività quando la pregevolezza tecnica è merito dei baby-calciatori avversari. Sembra un gioco da bimbi dell’asilo, ma in realtà non è affatto così. Senza il tifo-contro e con tanti applausi i bambini raccontano di divertirsi molto di più che nelle partite tifate “normalmente”, cioè a suon di urlacci, prese in giro all’arbitro, incitamenti pieni di foga e di aggressività… Caro Mike, ti ho raccontato questa storia perché forse anche tu potresti fare la tua parte (insieme ai tuoi colleghi calciatori famosi) per promuovere le partite applaudite, magari recandoti come testimonial in uno di questi tornei dove (oltre che a giocare) i bambini e i genitori imparano a tifare. La mia impressione, infatti, è che chi riferendosi ai buuu bestiali parla solo di razzismo stia guardando il dito anziché la luna. Se il problema fosse solo il razzismo, infatti, anche i giocatori di colore della propria squadra sarebbero bersagliati di offese dai tifosi incivili: cosa che invece non avviene. Oltre che al razzismo, allora, la nostra sfida dovrebbe essere mirata al tifo che dileggia gli avversari con offese che feriscono. Il tifo-contro, tra l’altro, mica è prerogativa esclusiva dello sport? Anche tanti politici o giornalisti in giacca e cravatta, caro Mike, si comportano allo stesso modo dei tifosi dell’Udinese che ti hanno ferito, accanendosi l’uno contro l’altro con attacchi personali e provocazioni velenose, invece che muovendo critiche in modo leale e riconoscendo i meriti dell’avversario. Insomma, spero di averti incuriosito. Se vuoi scendere in campo con noi per promuovere un altro modo di tifare e di giocare dai un’occhiata al sito www.calciofairplaytoscana.it. Ti aspetto, caro Mike. Evviva le partite applaudite.